MOJITO EXPRESS
Secondo album, autoprodotto, per i Fanali di scorta, progetto di un duo torinese. “Mojito express”: un treno in corsa con a bordo gente allegra con chitarre e bicchieri in mano. L’ascolto dell’intero album non lascia nulla di più se non la sensazione di aver partecipato ad una scanzonata serata tra amici e coretti allegri. Puro freak’n roll.
Le canzoni si susseguono spensierate. La vena cabarettistica del duo emerge chiara nelle interpretazioni vocali e nei testi un po’ surreali. La prima traccia, “Notti al down by law”con semplici accordi di chitarra, armonica a bocca e voce simpatica parla di un locale e di chi lo vive. Il folk un po’ demenziale ne “I funerali di Bartek” racconta un paesello in forma di filastrocca. Una risata introduce ne “Il condominio di città” e la voce storpiata e nervosetta (evidente la lezione di Musica per bambini) descrive vivaci scenette che non posson non far sorridere per i buffi personaggi. Interessante “Sunambiac”: si sente la scuola di Vinicio Capossela nella claustrofobia della descrizione del personaggio e di Rino Gaetano nel canto della rabbia. Buona l’interpretazione vocale e bella l’atmosfera data dalla fisarmonica in scena. A metà album le canzoni cercano di virare verso l’eleganza. Eleganza un po’ forzata con il francese di “Bonne chance” in cui la chitarra diventa arpeggiata, la fisarmonica è assente e la voce azzarda acuti ma resta roca: al tramonto, nel treno caciarone di notte, si respira un po’ di fumo malinconico. L’amore fa uscire dall’osteria ed in “Dormi chissà” tutto diventa delicato.
Ritorna all’allegria nel finale: in “Te ke ne sai” parole veloci cantate a perdifiato su una base musicale che riporta alle sigle dei telefilm anni ’70; in “Me l’avei promesso” c’è Adriano Celentano e Bennato.
Mara Orrù Onda Alternativa
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