Mojito Express Music Reviews 2.0 Maggio''10

 
I Fanali di Scorta suonano come la Bandabardò che lasciasse da parte il palco del Primo Maggio romano per inseguire la strada selvaggia del folk-rock.
Tanta sana voglia di divertirsi per il duo torinese che con questo secondo disco prodotto dalla distribuzione digitale Losers Company Records è dieci anni che gira le piazza italiane. Poderose chitarre acustiche (Notti al Down By Law) e languidi arpeggi (Dormi chissà) si uniscono a trombe e fisarmoniche per un mix di influenze non classificabile: più che dal folk celtico i ragazzi sembrano aver imparato la lezione del cantautorato d’oltremanica più eclettico, il tutto condito da un pizzico di appartenenza mediterranea. Pezzo forte il già citato Notti al Down By Law, una dichiarazione d’amore per l’altra faccia della provincia, quella più selvaggia e guascona, quella dei suoi night club più o meno perbenisti.
Testi invece non sempre riusciti, al limite tra il surreale (Condominio di Città) e le canzoni adolescenziali scritte tra i banchi di scuola (Me l’avevi promesso), ma non è detto che questo sia un male per musicisti che fanno della spontaneità il loro motto. Tra episodi più riusciti ed altri meno i Fanali di Scorta si confermano un gruppo capace di far divertire e di divertirsi allo stesso tempo, in nome di un concetto del rock’n''roll (anzi, citando il titolo del loro primo album autoprodotto, del Freak’n'Roll) delle origini e, in un’epoca in cui il rock, da sporco e arrabbiato, è finito ad essere semplice impresa commerciale, di un concetto del rock fuori dagli schemi, ancora legato alla voglia di scappare dalla società, di cambiarla. Forse un pizzico d’inventiva in più gioverebbe assai al duo che s’ispira alla Patchanka e al folk rock dei Lou Dalfin.

http://www.musicreviews2p0.altervista.org/?p=440