La Repubblica 24 Agosto 2010

 
Ecco il testo dell'articolo "Il re del Frek'n'Roll" apparso sul quotidiano La Repubblica il 24 Agosto 2010:

GIAN LUCA FAVETTO

Daniele Chiarella, “ex” di successo: ex ribelle, ex animatore, ex obiettore di coscienza, ex musicista maledetto (e senza soldi)
Ha messo insieme canzoni e cabaret e ha fondato la band Fanali di Scorta: ora fa furore con testi grotteschi e ritmi in levare

IL RE DEL FREAK’N’ROLL

Lui suona, canta, scrive e fa anche il logistico. Da tre anni, lo fa. «Nel mio ufficioci occupiamo di aerei, e sarebbe la cosa bella — spiega —
Però degli aerei io vedo soltanto i bulloni». Da quindici anni sta sul palco, inventa spettacoli stravaganti, originali. «Sono stato un musicista maledetto e
senza soldi fino ai trent’anni —dice — Poi, ho trovato lavoro, mi sono sposato e ho fatto un figlio». Daniele Chiarella sorride spesso e parla molto con le mani. È di una simpatia coraggiosa, di rara onestà con se stesso e con gli altri. «La mia è la storia di un ragazzo normale che ha l’età di Cristo, e spero ben di andare oltre. Curioso e tenace quanto basta». Per dire il tipo. Ricorda quando in prima media ai Giochi della Gioventù ha partecipato alle finali nazionali di Orienteering. «Io ero timido, il secchione della scuola. Quando mi hanno premiato già come campione regionale, mi sono emozionato e sono scoppiato a piangere. Immagina le prese in giro. Poi, ai nazionali mi sono ritirato e sono di nuovo scoppiato a piangere». Ride di sé Chiarella: «Ho fatto orientamento e ancora adesso non so dove andare. Capita che il destino mi porti dove non voglio. Figurati che da piccolo volevo fare il meccanico, volevo diventare perito aeronautico. Ma andavo bene a scuola e mi hanno indirizzato allo scientifico». A quattordici anni il mancato perito aeronautico incontra una chitarra, quella di suo cugino, che conosceva solo l’accordo di sol. «Con quell’accordo ho fatto la mia prima canzone. Doveva essere molto romantica,
ma avevamo un animo talmente stupido che l’abbiamo intitolata “Il merdone”. Poi ho comprato io la chitarra e facevo le prove con i gruppi metal di Borgaro. Ma non ero portato, mi venivano giri da canzonetta pop e testi ironici». Tutto il liceo a provarsi come metallaro con la vena da cantautore grottesco. Appena si iscrive all’Università, Psicologia, per caso fa un colloquio come animatore turistico, lo passa e nell’estate del 1997 parte per due mesi. «Pensavo di girare il mondo, sognavo il Messico, la Grecia, il Madagascar... Finisco ad Arma di Taggia con i pensionati. Allora ero un ribelle, un fricchettone fuori tempo, leggevo Kerouac e
la filosofia indiana. A far l’animatore mi sentivo stupido, mami rendevo conto che più facevo il banale, più piacevo». E si è aperta una carriera. Ha girato pubblicità con la regia di Arturo Brachetti. Set erano in Tunisia e Grecia. Alberghi a cinque stelle. «Mi sentivo una star —dice — Ma all’improvviso tutto finisce, perché mi chiamano per l’obiezione di coscienza a Rocca Canavese: devo accudire due handicappati, due grandi persone. Aiutandoli, sono rinsavitoe ho cominciato a scrivere canzoni, filastrocche». Nel 2000 riprende l’attività di animatore, ma più a contatto
con la gente: centri commerciali, feste di paese, Carnevali, Capodanni, soprattutto feste di bambini. Intanto pensa a uno spettacolo di canzoni e cabaret.
E lo vende all’Associazione Parole e Musica di Borgaro, senza avere ancora la scaletta, né i musicisti. Inventa tutto in un mese. È un successo. Secondo
concerto, ad Askatasuna come spalla di Camerini. Terzo concerto, al Palastampa di Torino. Per due anni avanti così. Finisce sempre gli spettacoli esaltato in calze a rete e in mutande rosse. Il gruppo si chiama Daniele Chiarella e i Fanali di Scorta: in pratica fa tutto lui. Quando nel 2002 incontrano Luciano Triglia, chitarrista completo, vera anima musicale, Daniele rientra nel gruppo e nascono i Fanalidi Scorta. Girano per festival e serate, da Benevento a Bologna, dalla Liguria alla Toscana. Il primo album è del 2006, “Freak & Roll”: un titolo che definisce il loro genere. «Un ubriaco — racconta Chiarella—, felice per un nostro concerto, era venuto sotto il palco e aveva urlato: ma cos’è questo? Freak and Roll? In effetti sì, è folk pop italiano con ritmi in levare e testi grotteschi e scanzonati». Nel 2007 rimangono in due, lui e Luciano. «Avevamo una serata, ma il batterista ci ha paccato e io ero deciso a mollare,
ma Luciano insiste: saliamo sul palco e facciamogli vedere, dobbiamo metterci la nostra personalità, e se abbiamo qualcosa da trasmettere, vedrai che la gente ci ascolta! Abbiamo fatto un gran concerto. Con Luciano ho scoperto quanto fosse bello fare della musica una cosa partecipata». Ripartono al galoppo. Ritrovano un batterista, Ettore Sardano, e una sassofonista, Annarosa Frati. Nel 2009 registrano il secondo album, “Mohito Express”, piuttosto
anticonvenzionale, con influenze balcaniche. Hanno un’anima jazz anche se suonano folk. Roba da festa di paese. Popolare e internazionale insieme.
Si orientano bene nel caos. Della vita sanno fare musica.