AL CALYPSO

 
Nacque ad Avigliana (TO) il 28 ottobre del 1983 e crebbe nella bassa Val di Susa, sorse in Lui l’interesse per le arti uditive quando, in seconda elementare durante una lezione venne illuminato dalla scoperta del fatto che battendo insieme alcuni oggetti di “suono” diverso con un certi ritmi, fosse possibile creare atmosfere e contesti onirici. Così iniziò un primo percorso di studi musicali, allora pubblico e gratuito, attraverso la banda del paese. All’età di 8 anni iniziò un ciclo di studi musicali parallelo in una scuola privata che lo porterà alla sua prima esibizione pubblica, da solista, con un brano per clarinetto accompagnato dal pianoforte, davanti a oltre 300 persone, dopo quel trauma lo stare al centro dell’attenzione diventerà un gioco perverso per Lui. Lo stesso anno debuttò in banda a Givoletto come: il più giovane di sempre; così iniziò a girare teatri, tv (locali e nazionali), palazzetti, conventi, bociofile, piazze, fiere e sagre del nord-ovest italiano, suonando il clarinetto. Nel 1993, durante un pranzo di matrimonio, gli venne presentato un sax contralto, che col suo suono incantato lo rapì immediatamente, da quel momento iniziò una splendida relazione che dura da oltre vent’anni. A 12 anni la sua prima band gli “Aaah” (con cui suonò anche la tromba per 2 anni), partito come progetto sperimentale in una scuola di musica, lo introduce a un'''altra dimensione del suonare, del palco e della “fratellanza” fra musicisti; fu un periodo spensierato, di scoperta: le prime sbronze, le scazzottate, le ragazze e i motorini, sempre con in sottofondo i ritmi vari dal blues alla disco, dalla sinfonica al rock, dal folk alle musiche della tradizione italiana; suonate, ascoltate e ballate sempre insieme fino al loro ultimo concerto, dove pochi minuti più tardi a suonare sullo stesso palco, ci sarebbero stati i Persiana Jones, era il 2000. In parallelo, sul finir del secolo, iniziò a suonare con l’orchestra City Band e iniziò gli studi al Centro Jazz, di sassofono con i maestri Diego Mascherpa il primo anno e Roberto Regis i successivi cinque e di armonia col maestro Pino Russo. In quest’ambito conobbe e suonò con una svariata quantità di musicisti e imparò ad aprirsi alla musica e ai suoi attori. Nonostante fosse sempre in attività, i primi anni del nuovo millennio furono un periodo di smarrimento per il suo “Io” musicale, che vagabondando fra un palco e l’altro iniziò a perdere la passione primordiale. Ma nel giugno del 2004, passando fra i banchi dell’università, sentì una bellissima ragazza dagli occhi verdi parlare della sua band, i: Barriera XXI. Fu amore a prima vista, sin dalla prima prova si percepì che fossero destinati a stare insieme, Lui e i Barriera. Dopo un mese suonarono allo stadio di Chieri come apertura del concerto dei Lou Dalfin e degli Ska-P. Iniziò a insegnare sassofono in una scuola di musica, smise con il Centro Jazz, smise con l’orchestra, solo band, jam e collaborazioni da li in poi, che lo portarono a suonare in quasi tutti i locali della città, fino a quello che allora era il suo tempio: il “Pala Stampa”. Ma anche i sogni più belli finiscono e nell’estate del 2011 i Barriera XXI si sciolsero. Smise di insegnare. Per fortuna ci furono gli Up Beat, band ska, reggae, rocksteady, con cui attualmente suona, che dall’estate 2010 gli procurò più di qualche sorriso in uno dei periodi più amari della sua vita. Durante questi ultimi anni conobbe una svariata quantità di persone e di band tra i quali i Nevroglia (all’epoca Lulù Nevroglia, con cui suonò per un paio di anni fisso e poi fece solo più qualche apparizione), i Miriam (con i quali ha appena iniziato a collaborare) e i Fanali di scorta; con la domanda: “vengo armato?” (di strumento musicale) s’imbucò in tutti i contesti dove gli fosse permesso dai concerti altrui alle feste, utilizzando per la maggior parte delle volte la sola improvvisazione e il suo udito. I Fanali di scorta li conobbe poco dopo i Barriera XXI, alla sala prove Sound Factory; per anni con Daniele Chiarella ogni qual volta loro s’incontrassero, si ripetevano: “dobbiamo fare qualcosa insieme!”. Così nel 2013 appena acquistato il nuovo flauto traverso, Ektor (o come preferisce chiamarlo EttoRoots), quasi un fratello per Lui dai tempi dei Barriera, lo chiamò e disse: “vieni a sverginare il flauto, si suona con Daniele per una serata dedicata a Fred Buscaglione”. Da lì iniziò una collaborazione via via più stretta, passando attraverso i Paloma Joe, fino a entrare nell’olimpo dei Fanali di Scorta.


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